ALIENO
Amplificatore finale 250 Watt per canale
Due telai
Pura Classe A
OTL
OCL
Due valvole finali 300B
ALIENO è un progetto innovativo che permette di realizzare un finale stereo a valvole con due sole valvole 300B.
OTL-OCL in PURA classe A, che fornisce ben 250 Watt per canale.
Un´autentica rivoluzione nel mondo dell´amplificazione valvolare pura (non si tratta di un amplificatore ibrido valvole-transistor), che fa coesistere la trasparenza e raffinatezza sonora tipica degli amplificatori OTL-OCL, assieme a potenza, controllo e velocità da primato.
Musica&Video è l'UNICO negozio in Italia che permette, a chiunque sia interessato, l'ascolto di ALIENO inserito in un impianto di riproduzione sonora di straordinario livello ed all'interno di una sala trattata acusticamente e certificata da Acustica Applicata.
Qui di seguito le note del progettista riguardanti il progetto ALIENO:
Con il nostro innovativo progetto, l’obiettivo aziendale è stato raggiungere una determinata tipologia di suono, piuttosto che studiare tecniche differenti per il puro gusto della progettazione elettronica fine a se stessa (in verità si sarebbe trattato in tale caso di una mera esercitazione tecnica e di conseguenza del tutto sterile). Premesso ciò, percorriamo insieme la strada che ci ha portato alla ideazione del nostro nuovo sistema.
Nella nostra consolidata esperienza tecnico commerciale, abbiamo potuto constatare che la stragrande maggioranza degli appassionati ama, tra tutte le possibili sonorità, particolarmente quelle espresse dalle realizzazioni valvolari di tipo single ended. E’ pur vero, purtroppo, che le limitazioni che ad esse sono solitamente legate, quali potenza, dinamica e velocità insoddisfacenti, costringono generalmente a scegliere una amplificazione di tipo diverso, rinunciando così, indubbiamente a malincuore, alla magica musicalità del monotriodo. Ma tant’è! Ecco dunque in che cosa è consistita la nostra ricerca: essa ha tenuto in debito conto le esigenze di quanti credono nella qualità sonica, per certi versi insuperata, del monotriodo, ma non sono disposti ad accettarne né la potenza d’uscita solitamente piuttosto modesta, né l’incapacità di pilotaggio di carichi particolarmente difficili, tutte limitazioni che all’ascolto comportano:
- L’impossibilità di scegliere in totale libertà l’abbinamento con i diffusori;
- La possibilità di sonorizzare grandi ambienti, solo a patto di adottare sistemi ad efficienza davvero molto alta, spesso proibitivi per costo e dimensioni;
- L’incapacità, con alcuni generi e formazioni musicali (grande orchestra, pianoforte solista ad ampia dinamica, coro, ecc.), a ricreare un livello credibile, in grado di approssimare al meglio impatto e sensazioni dell’ascolto dal vivo.
Per superare queste limitazioni, è necessario che l’amplificazione disponga, oltre ovviamente di una
buona potenza, anche e soprattutto, di una
erogazione in corrente molto generosa, tale da consentire un autorevole controllo del movimento dei coni. Bene, letta in questa ottica, l’introduzione di una nuova tecnologia che permetta di raggiungere tutto ciò non costituisce di certo una mera ricerca tecnica fine a se stessa, quanto piuttosto un ambizioso tramite per il conseguimento di un suono davvero particolare.
Nasce la tecnica LTD (Loudspeaker Tube Direct)
Lo studio della LTD prende le mosse da due punti fermi.
Il primo: è nostro “credo” che la tecnologia OTL, nell’ambito della amplificazione valvolare, ha delle interessanti marce in più rispetto alle realizzazioni tradizionali. Precisiamo che con l'acronimo OTL sono etichettati gli amplificatori valvolari di potenza privi di trasformatore di uscita. Eliminare dal percorso del segnale un componente, come il trasformatore di uscita, tanto delicato e limitante in termini di trasparenza sonora è davvero importante. In sua assenza infatti la speciale sonorità delle valvole può esprimersi in tutta la sua pienezza: per prima cosa si scopre che alcuni dei difetti che imputiamo ai tubi a vuoto, quali ad esempio lentezza, mancanza di impatto, scarso controllo in basso, in grande misura non dipendono da essi, quanto sono piuttosto da addebitare al trasformatore. Non va dimenticato infatti che il segnale, attraversando quest’ultimo, subisce due importanti trasformazioni: da segnale elettrico viene convertito in magnetico e successivamente riconvertito in elettrico. Sarebbe impensabile che dopo tale giro, la purezza del messaggio sonoro non risultasse in qualche misura degradata.
Il secondo: la circuitazione single ended, benché rispetto al ben più diffuso push pull, presenti il non trascurabile limite di una potenza necessariamente contenuta, offre una musicalità all’ascolto di certo superiore.
Tutto ciò premesso, l’amplificatore ideale, a nostro giudizio, non dovrebbe avere il trasformatore di uscita e la sua topologia dovrebbe essere di tipo single ended. E’ a tal fine che abbiamo sviluppato una circuitazione innovativa, che abbiamo battezzato LTD: è proprio grazie ad essa che il segnale proveniente dalla valvola di potenza fornisce al carico costituito dall’altoparlante tanto la tensione quanto la corrente, quest’ultima di entità assai elevata in quanto supportata da un particolare processo di alimentazione a semiconduttori.
La implementazione LTD differisce profondamente dalle tradizionali circuitazioni definite ibride che prevedono l’impiego, oltre che dei tubi, anche dei semiconduttori nella linea di amplificazione. In un sistema ibrido infatti il segnale, dopo essere stato amplificato in tensione dagli stadi valvolari, viene consegnato ad una sezione a stato solido per la amplificazione in corrente. Due sono i punti che vanno sottolineati. Nell’ibrido alle valvole spetta solo il compito di incrementare la tensione del segnale, ma non la sua corrente: ciò genera una parziale, ma importante, perdita dell’imprinting imposto dal tubo al suono, quell’imprinting che tanto amiamo. La “magia” del suono valvolare è così solo parzialmente espressa, dal momento che esclusivamente la modulazione della tensione fornita all’altoparlante ha un retrogusto valvolare, mentre tutta l’erogazione in corrente resta quella tipica del transistor. Se poi si tiene conto che, seppure quantitativamente insufficiente al pilotaggio diretto di un diffusore, la erogazione di corrente di una valvola è all’origine, qualora non mortificata dall’interposizione del trasformatore, qualitativamente eccellente per velocità, impatto e modulazione abbiamo ritenuto che valesse la pena spendere tutte le energie possibili per cercare di portarla intonsa ai capi del carico.
Dopo aver curato il suono, abbiamo anche posto attenzione alle prestazioni tecniche, tanto in termini di interfacciamento con i diffusori più ostici, quanto in relazione alla stabilità e praticità d’uso. In merito al primo punto, ci basti anche semplicemente sottolineare che il fattore di smorzamento supera il valore di cento e che la corrente gestita in uscita è di circa 200App. Si tratta di valori che, incredibili per un valvolare, sono molto alti persino per un amplificatore transistorizzato non controreazionato. Circa il secondo punto, segnaliamo che non è prevista nessuna regolazione del bias, il quale, grazie ad un circuito elettronico pur’esso valvolare (KT150), è costantemente ottimizzato in funzione della valvola finale utilizzata, nell’arco di tutta la sua vita utile. Ciò consente, oltre ovviamente alla sicurezza di avere un sistema sempre perfettamente appunto, indipendentemente dalle condizioni della rete e dell’invecchiamento del tubo di potenza, la possibilità di effettuare un tube rolling senza preoccuparsi della regolazione del bias. Da non trascurare è anche la incredibile longevità delle valvole di potenza che, poco stressate, durano ben oltre le cinquemila ore canoniche: ad esempio la dissipazione della 300B è all’incirca di 20W, esattamente la metà di quella massima prevista dal costruttore.
Infine, precisiamo che gli equilibri tra le varie parti della circuitazione sono intrinsecamente assicurati dalle scelte circuitali e dalla precisione con la quale la componentistica passiva è stata calcolata e selezionata; pertanto non solo non vi è alcun trimmer da regolare in fase di taratura, quanto per giunta non è stato assolutamente necessario ricorrere alla controreazione che è del tutto assente.
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